Hai mai toccato veramente il fondo? Fai attenzione, potresti non risalire.

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Ci sono delle soglie emotive, oltre le quali è bene non avventurarsi, te lo consiglio. Ti parlo di emozioni forti, emozioni molto negative, e pensieri catastrofici.

Quando scendi troppo di tono, spesso ti senti in colpa, ti senti sbagliato/a, inadeguato/a rispetto a tutto ciò che ti circonda, pensi di non farcela, e anche per pochi istanti, pensi di farla finita.

Se poi hai una certa aggressività ti puoi fare anche del male, magari ti sei bruciato il cervello con droghe sintetiche, hai attacchi di panico, e ogni tanto perdi totalmente il controllo.

Sì perché ti posso dire che tocchi veramente il fondo quando perdi il controllo di te stesso/a, quando ti sembra di vivere la vita di un altro /a, quando arrivi a farti così schifo da non riuscirti neppure a guardare allo specchio.

Allora si alternano sentimenti di rabbia e frustrazione, ce l’hai con tutti e hai invidia di quelli che non sono come te, perché non capisci perché agli altri va tutto bene e a te no, c’è sempre qualcuno con cui te la misuri, e che ti ricorda come stai tu con te stesso/a

 

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E se ti dicessi che le emozioni che provi derivano dalle attenzioni che ricevi?

Scopri anche tu come l’emozione è la tua energia in movimento, [e-motion] l’energia che senti dentro e che determina come tu percepisci la realtà, a seconda di come la dirigi o la disperdi

Ebbene sì questa energia la puoi sentire fisicamente, può essere un sentimento, essere il tuo umore. Se poi hai una certa sensibilità, e sei uno che assorbe tutto, allora sei un pullulare di alti bassi continui, e di conseguenza fatichi a trovare il tuo equilibrio ( balance ).

Spesso sei come un adolescente che da 1 metro e 60 cresce in sei mesi di 50 centimetri e sballa tutte le leve e i propri riferimenti, ti ritrovi?

Ma pensa che le emozioni hanno origine dalle attenzioni che ricevi, le attenzioni infatti sono proprio l’unità di misura del nostro modo di interagire e di comunicare, lo abbiamo detto prima.

Te lo ripeto, puoi pensare a un’attenzione come: sono attento a qualcuno o qualche cosa e in più faccio un’azione, allo stesso tempo mi attendo anche che mi venga fatta di contro un’azione di risposta.

Il primissimo imprinting di attenzioni che riceviamo è quello dato dai genitori, e ti può influenzare a tal punto che quelle attenzioni che ricevi subendole, poi ti determinano le tue prime abitudini nel tuo modo di comunicare, che difficilmente poi modifichi, perché solo le attenzioni che riconosci, perché le hai provate, sono quelle che riesci a dare agli altri.

Ora pensa però che anche tu hai la necessità di tutte le attenzioni, le desideri sempre inconsapevolmente e oggi più che mai le richiedi continuamente agli altri.

Devi sapere che anche per te le attenzioni peggiori sono quelle nulle, ovvero quelle che non ricevi perché il messaggio non verbale che ti arriva come stimolo, è che a nessuno interessi.

Ecco allora perché tutti i giorni ti spingi a fare delle cose per ottenere dei risultati, perché qualcuno poi te li riconosca, non è così?

Ma sarebbe interessante per te capire come sono queste attenzioni?

Anche tu ti accorgerai che di solito quelle che scambi di più sono quelle che si riferiscono al fare o all’avere.

Queste si chiamano infatti, attenzioni condizionate, perché appunto puntualizzano su quello che fai o hai, ad esempio “ che bel lavoro hai fatto”, oppure “che bella camicia che hai”.

Le attenzioni che si riferiscono al fare o all’avere possono essere positive, quelle ti fanno piacere come degli apprezzamenti, oppure negative, come i rimproveri o le critiche: per esempio : “ ma che cazzo fai? ” espressione tra l’altro molto usata

Ma le attenzioni che più desideri in verità sono quelle positive e incondizionate, e sono quelle che arrivano direttamente al tuo “essere” in modo incondizionato.

Le attenzioni incondizionate, sono le attenzioni che ti stimolano positivamente nell’anima quelle che non sono condizionate al fare o all’avere, ma semplicemente qualcuno ti riconosce per quello che sei e basta; “sei importante per me, ti voglio bene, sei una persona speciale”, punto!

Queste sono le uniche attenzione che desideri, e se ci pensi corri una vita e lotti per riceverle tutti i giorni dagli altri.

È molto importante che tu lo capisca, perché se ci pensi l’attenzione che tu ti dai subito quando apri bocca, è quella che in realtà richiedi agli altri sempre, in ciò che fai tutti i giorni, nel tuo modo di agire, e nel tuo modo di ottenere i risultati.

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Con il sistema Psyquest® puoi misurare il bisogno di attenzioni che hai,  la capacità che hai di intercettare il bisogno di attenzioni da parte degli altri, e capire se tu stai chiedendo attenzioni per te, che in realtà tu in primis non riesci a darti.

Capire quali sono oggi le tue soglie emotive è fondamentale per migliorarti, per aumentare il tuo tono cronico e rimanere in frequenze superiori con costanza, senza oscillare troppo su e giù.

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