Non sempre le selezioni vanno come ci si aspetta.
Anche quando hai rodato un metodo ottimo ci può essere qualche variabile, qualche elemento, che fa naufragare l’accordo.
Di cosa ti sto parlando? Ti voglio raccontare quello che mi è successo da poco.
Avevo appena concluso l’inserimento di due persone all’interno di un’azienda che si occupa di produzione di pannelli fotovoltaici.
Ero soddisfatta: l’impresa aveva trovato un nuovo operaio capace e volenteroso e un caporeparto esperto nel settore e nella gestione del gruppo di lavoro.
Mancava poco, solo la firma nel contratto e poi potevano incominciare.
Tutto bene per l’operaio, accordo concluso.
Diverso è stato il discorso con il caporeparto.
Ha iniziato a non mostrarsi più convinto di prendere quella decisione. Messo davanti ad una domanda diretta si è tirato indietro e l’accordo è saltato.
Eravamo ad un punto cruciale, era praticamente tutto già deciso. Perché c’è stato questo blocco?
Come mai – nonostante la mia metodica procedura di lavoro – è sfuggito al controllo l’esito dell’accordo?
Nel suo vecchio posto di lavoro il fattore umano era molto importante, il candidato era ben integrato ma a livello economico non era molto soddisfatto. L’azienda stava passando una crisi, non drammatica comunque, e quindi stava preparando il terreno per la ricerca di un nuovo lavoro.
E’ stato quello il momento in cui è approdato alla selezione con la nuova azienda.
E’ apparso subito dal suo profilo come una persona qualificata, competente, un individuo intraprendente e autonomo.
Fin qui tutto bene. Come ogni persona anche lui ha mostrato i suoi punti deboli, in questo caso il suo equilibrio emotivo risultava essere piuttosto basso. Era chiaro che stava attraversando un periodo di stress.
Questo periodo di forte pressione deve averlo portato ad un bivio: continuare con la vecchia azienda, anche se in crisi ma con un bel gruppo solido e collaudato, oppure percorrere la nuova strada in una nuova impresa, finanziariamente eccellente ma pur sempre un’incognita per il candidato.
Questo blocco non gli ha permesso di parlare subito dei suoi dubbi e della sua indecisione, facendo così portare avanti alle parti l’accordo.
I problemi sono saltati fuori all’ultimo, proprio al momento dell’apposizione della firma.
La selezione questa volta non è andata bene.
Siamo esseri umani e io, lui, tutti, possiamo sbagliare, peccare di leggerezza o indecisione.
Non è questo il punto. La questione è che questi problemi devono essere delle ECCEZIONI, dei casi isolati che dovrebbero far riflettere su come migliorarsi.
Utilizzando un metodo di selezione preciso puoi ridurre notevolmente gli intoppi a pochi casi isolati.
Questo perché ricorda: trattando con le persone ci può essere un margine di errore, si possono definire i profili e le caratteristiche ma non si può entrare nella testa di ognuno. E’ per questo che è fondamentale la comunicazione e quindi essenziale far parlare il candidato, per poter raccogliere più informazioni possibili su quello che ha vissuto, che sta vivendo e che desidera dal futuro.
Foto: Disegnato da Freepik
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