Se ti dicessi che le emozioni che proviamo derivano dalle attenzioni che riceviamo?

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Nel precedente articolo ti ho parlato delle emozioni, ma sai che cosa sono le emozioni? Se ti dicessi che le emozioni che proviamo derivano

dalle attenzioni che riceviamo?

Scopri anche tu che l’emozione, e-motion è la tua energia in movimento , l’energia che senti dentro e che determina come percepisci della realtà.

Ebbene sì questa energia la puoi sentire fisicamente, ma anche come un sentimento, umore, se poi hai una certa sensibilità come persona e sei tra quelli che

assorbe tutto, allora sei un pullulare di alti bassi continui, e fatichi a trovare il tuo equilibrio ( balance ).

Spesso sei come un adolescente che da 1 metro e 60 cresce in sei mesi di 50 centimetri e sballa tutte le leve e i propri riferimenti, ti ritrovi?

Ma pensa che le emozioni hanno origine dalle attenzioni che ricevi, le attenzioni infatti sono proprio l’unità di misura del nostro modo di interagire e di comunicare.

Puoi pensare ad un’attenzione come: sono attento e in più faccio un’ azione, ma nello stesso tempo mi attendo anche che mi venga fatta di contro un’azione di risposta.

Il primissimo imprinting di attenzioni che riceviamo è quello dato dai genitori, e ti può influenzare a tal punto, che quelle attenzioni che ricevi subendole, poi ti determinano le tue prime abitudini nel tuo modo di comunicare, che difficilmente poi modifichi.

Ora pensa però che anche tu hai la necessità di tutte le attenzioni, le desideri sempre inconsapevolmente e oggi più che mai le richiedi continuamente agli altri.

Devi sapere che anche per te le attenzioni peggiori sono quelle NULLE, ovvero quelle che non ricevi perché il messaggio non verbale che ricevi come stimolo e che a nessuno interessi, ecco perché tutti i giorni ti spingi a fare delle cose per ottenere dei risultati, perché qualcuno poi te li riconosca, non è così?

Ma sarebbe interessante per te capire come sono queste attenzioni?

Anche tu ti accorgerai che di solito quelle che scambi di più sono quelle che si riferiscono al FARE o all’AVERE.

Queste si chiamano infatti ATTENZIONI CONDIZIONATE, perché appunto puntualizzano su quello che fai o hai, ad esempio “ che bel lavoro hai fatto”, oppure “che bella camicia che hai”.

Le attenzioni che si riferiscono al fare o all’avere possono essere positive, quelle ti fanno piacere come degli apprezzamenti, oppure negative, come i rimproveri o le critiche: per esempio : “ ma che cazzo fai? ” espressione tra l’altro molto usata

Ma le attenzioni che più desideri in verità sono quelle POSITIVE e INCONDIZIONATE, e sono quelle che arrivano direttamente al tuo “ESSERE” in modo incondizionato.

Le attenzioni incondizionate, sono le attenzioni che ti stimolano positivamente nell’anima quelle che non sono condizionate al fare o all’avere, ma semplicemente qualcuno ti riconosce per quello che sei e basta; “sei importante per me, ti voglio bene, sei una persona speciale”, punto!

QUESTE SONO LE UNICHE ATTENZIONE CHE DESIDERI, e se ci pensi corri una vita e lotti per riceverle dagli altri.

E’ molto importante che tu lo capisca, perché se ci pensi l’attenzione che tu ti dai per primo quando apri bocca, è quella che in realtà richiedi agli altri sempre, in ciò che fai tutti i giorni, nel tuo modo di agire, e nel tuo modo di ottenere i risultati.

Nel sistema Psyquest® puoi misurare il bisogno di attenzioni che hai, e la capacità che hai di intercettare il bisogno di attenzioni da parte degli altri, e capire se tu stai chiedendo attenzioni per te, che in realtà non riesci tu per primo/a a darti.

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